domenica 21 dicembre 2014

MANDURIA - Presso la libreria Agorà la presentazione della rivista “Moviement”

 
E, a fine serata, i titolari della libreria Agorà hanno annunciato la loro imminente chiusura: Manduria perde un altro cenacolo culturale
Si è svolta l’altro ieri sera, nei locali della libreria Agorà, la presentazione al pubblico della rivista “Moviement”, periodico di cultura cinematografica edito da “Gemma Lanzo Editore” (www.lanzoeditore.it). Si tratta del primo prodotto che la giovane casa editrice, che porta il nome della titolare, presenta a Manduria.
Alla serata di presentazione hanno preso parte, oltre che l’editore, il critico cinematografico Guido Gentile e l’operatore culturale Nicola Morrone (Archeoclub), quest’ultimo in veste di moderatore. Il folto pubblico, in buona parte giovanile, ha seguito con attenzione, fino alla fine, i vari interventi, e soprattutto si è fatto “catturare” delle clip proiettate in sala, che, pur nella loro brevità, hanno permesso al critico di fare luce su alcuni aspetti della produzione cinematografica dei vari Scorsese, Tarantino, Lynch, ecc.
Ad ognuno di questi grandi maestri del cinema, la rivista “Moviement” ha appunto dedicato un numero monografico di approfondimento. La rivista, attraverso una grafica sobria ma non per questo meno accattivante, mira a far conoscere meglio la produzione dei maestri del cinema contemporaneo, anche con l’ausilio di un buon corredo fotografico.
L’altro ieri sera, dunque, nella libreria manduriana è stato protagonista il cinema, la “settima arte”, sull’importanza della quale, in quanto strumento di lettura e interpretazione della realtà, ma anche in quanto strumento creativo, è naturalmente inutile soffermarsi. D’altro canto, la rivista “Moviement”, e la casa editrice che la produce, rappresentano una delle tante eccellenze territoriali, che, forse non sufficientemente note ai concittadini, sono già conosciute in ambito nazionale e oltre.
L’altro ieri sera, con la collaborazione dei titolari della libreria Agorà (Michele e Laura Scarcia), è stato offerto alla città un ulteriore stimolo di crescita culturale, di cui i concittadini hanno da subito voluto approfittare. In questo senso, non nascondiamo che ci ha fatto un certo effetto vedere un gruppetto di giovani che, alla fine dell’incontro, hanno voluto acquistare una copia della rivista, evidentemente già interessati alla conoscenza del cinema “d’autore”, a differenza di molti altri loro coetanei, probabilmente appagati dalla visione di film di più semplice fruizione ma, forse, di minor rilevanza, estetica e di contenuto.
Dopo la breve introduzione del moderatore , che ha ricordato l’impegno dell’Archeoclub nella promozione delle specificità culturali territoriali, ha preso la parola Gemma Lanzo, che ha spiegato i motivi che l’hanno spinta a fondare, con molto coraggio, la casa editrice (che ha sede legale a Manduria), e a produrre, tra le altre cose, questa bella rivista. Di “Moviement” è collaboratore fondamentale, tra gli altri, il concittadino Costanzo Antermite, valente storico e critico cinematografico, che purtroppo non ha potuto partecipare all’incontro.
Ha chiuso Guido Gentile, che ha illustrato brevemente, ma con sicura competenza, i singoli numeri della rivista. Non è mancato, alla fine della serata, qualche spunto di discussione, sulla situazione generale del cinema in Puglia. In positivo, si è ricordato che, da alcuni anni, vari registi hanno scelto la Puglia come “location” per i loro film, apprezzandone le specificità ambientali, monumentali, antropologiche, con un ritorno economico e d’immagine indiscutibili per una delle poche regioni che, anche in tempi di crisi, registra una crescita delle presenze turistiche.
In negativo, si è notato, tra le altre cose, che la nostra città, per vari motivi, non dispone più di una sala cinematografica. E’ questo un problema che, sia in considerazione del numero degli utenti, che di un passato di tutto rispetto (Manduria ha potuto contare, nei tempi andati, addirittura su quattro sale: l’Arena, il Paisiello, il Candeloro e l’Ideal) speriamo ci si affretti a risolvere quanto prima, in un’ottica di servizio nei confronti di una città che al cinema è storicamente legata, evitando di schiacciare tutto, ancora una volta, esclusivamente su logiche di profitto.
Infine, è stata ufficialmente comunicata ai presenti la chiusura della libreria Agorà. I titolari, dopo quindici anni di presenza a Manduria, lasciano la città, per potenziare l’omonima libreria di Lizzano.
A Michele e a Laura, che ci hanno tenuto compagnia per tre lustri, va il nostro sentito ringraziamento.
 
Nicola Morrone (Articolo apparso su Manduria Oggi in data 21/12/2014)

lunedì 1 dicembre 2014

Manduria location for films

 
A message to film directors, screenwriters, producers and to everyone who works in the film industry: Manduria (Puglia) is a stunning city of the Northern Salento and it can be the perfect location for your shoot. Come and visit us as soon as you can!‪#‎mandurialocationforfilms‬
 
In occasione della presentazione del 19 dicembre a Manduria, Gemma Lanzo Editore e Moviement, intendono lanciare la campagna "Manduria location for films", allo scopo di sensibilizzare tutti gli adde...tti ai lavori dell'industria cinematografica internazionale alle bellezze della nostra cittadina, territorio che merita di essere valorizzato e pubblicizzato in tutto il mondo e che sarebbe un ottimo set per qualunque tipo di produzione.
 
I manduriani Gemma Lanzo e Costanzo Antermite hanno dato vita a Moviement ed al contempo hanno creato un tavolo tecnico internazionale al fine di apportare un contributo alla alfabetizzazione all'audiovisivo, sensibilizzando il pubblico, in particolare quello pugliese, a studiare il Cinema ed offrirgli così un motivo in più per frequentare i cinema, in quanto importantissimi luoghi di aggregazione culturale.
 
Cinema e turismo: un binomio che, soprattutto negli ultimi anni, in Puglia, ha dimostrato di poter crescere e dare grandi occasioni di lavoro e sviluppo al territorio. Questo è stato reso possibile grazie al lavoro della amministrazione regionale che con la Fondazione Apulia Film Commission in tre anni ha ospitato circa cento produzioni audiovisive.
Molti comuni pugliesi hanno potuto godere dei benefici che il Cinema ha apportato al territorio e ai cittadini, perché Manduria no?
 
Invitiamo tutti i manduriani e gli ospiti di Manduria e chiunque volesse o potesse, ad unirsi a questa campagna. L'idea è quella di scrivere la frase in inglese sopra riportata e l'Hashtag e condividere le foto degli angoli più belli di Manduria, senza impegno, dovete solo fotografare qualsiasi luogo del Comune di Manduria che in quel momento vi attrae e condividerlo.
 
Siamo partiti con la campagna su Facebook e su Twitter sulla nostra pagina
 
Speriamo funzioni :)

MANDURIA: Presentazione Moviement, Collana di Cultura Cinematografica


 
Archeoclub d’Italia sede di Manduria presenta Moviement: Collana di Cultura Cinematografica diretta da Costanzo Antermite e Gemma Lanzo. Interverranno: Nicola Morrone (Archeoclub), Guido Gentile (critico cinematografico SNCCI), Gemma Lanzo (editore). Le monografie Moviement sono dedicate a singoli registi o temi e vedono la collaborazione di studiosi ed esperti del settore nazionali ed internazionali. L’incontro che si terrà presso la Libreria Agorà, vicolo del Calvario, il 19 dicembre alle ore 18.30, ha il doppio intento di promuovere una realtà editoriale del territorio e di avvicinare il pubblico alla “lettura sul cinema”.
Per maggiori info:
www.lanzoeditore.it

 

martedì 11 novembre 2014

MOVIEMENT è partner di "Future Movie Factory". A Taranto da 20/11 al 05/12

MOVIEMENT è Partner di "Future Movie Factory" che si terrà a Taranto dal 20 novembre al 5 dicembre.

(Seminario GRATUITO per tutti i partecipanti)

Dal 20 novembre al 5 dicembre 2014, avrà luogo presso la struttura della Coop. Teatro Crest ...
di Taranto, “Future Movie Factory” un percorso propedeutico alla professione del Produttore Cinematografico, un laboratorio che mirerà a fornire ai partecipanti le linee guida, gli strumenti teorico-pratici e il know-how, necessari a maturare competenze specifiche negli ambiti della produzione e del management cinematografico, con particolare attenzione alle nuove tecnologie impiegate dall’industria audiovisiva.
Durante il laboratorio verranno affronti gli anelli critici della filiera cinematografica, ovvero lo sviluppo e la distribuzione, con un'attenzione particolare sia alla capacità di progettare un’opera valida e sostenibile sotto il profilo economico e finanziario, sia alle tecniche di vendita e promozione sui mercati esteri.
L’impianto didattico ha come orizzonte gli standard produttivi del cinema indipendente internazionale attraverso una serie d’incontri con alcuni degli attori del settore che più si sono contraddistinti nel recente periodo.
#FMF2014 si rivolge ai studenti di corsi universitari relativi al cinema, agli addetti al settore audiovisivo, e tutti quei ragazzi, autori, filmmaker, talenti che in Puglia cercano di avviare progetti filmici imprenditoriali senza le conoscenze necessarie per sfondare, in particolar modo nella provincia di Taranto

Per ulteriori Info:
www.futuremoviefactory.flazio.com
www.facebook.com/cinerapsodi2010
info@cinerapsodi.it

lunedì 29 settembre 2014

Moviement è partner "Reference #aggiorniamo l’immaginario" dal 6 al 17 ottobre ai Cineporti di Puglia/Lecce



Reference #aggiorniamo l’immaginario
ulteriori modelli, temi e personalità di riferimento dell’audiovisivo italiano
Un percorso di ASSAY con il sostegno di Apulia Film Commission
6 / 7 / 8 / 9 / 15 / 17 ottobre 2014
Cineporti di Puglia/Lecce – Via Vecchia Frigole, 36


I tempi sono ormai maturi per aggiornare i modelli, i temi e le personalità di riferimento nel campo dell’Audiovisivo italiano, nelle sue accezioni di cinema di finzione, film documentario, illustrazione e animazione, opera cinematografica, fattore sociale.

Una prima riflessione in questo senso la propone “Reference #aggiorniamo l’immaginario”, non un festival, non una rassegna, non un workshop ma semplicemente una serie di sei appuntamenti e incontri dedicati in programma ad ottobre, nei Cineporti di Puglia/Lecce, con altrettanti autori e autrici, provenienti da diverse regioni italiane e scelti in base alle loro opere, ai temi trattati, ma anche alla valenza sociale e solidale di alcune delle loro produzioni, quella valenza che fa del cinema un fattore aggregante, di scoperta e conoscenza continua. La via prescelta per raggiungere l’obiettivo è l’attraversamento, inteso proprio come il passare attraverso i generi, soffermandosi sui tre diversi linguaggi di scrittura di un’opera audiovisiva – sceneggiatura, regia, montaggio – per analizzare ulteriori narrazioni e linguaggi personali e sperimentali, che, partendo da modelli di riferimento classici, ne rielaborino di ulteriori, capaci di indagare, raccontare e rappresentare una società sempre più complessa e in piena trasformazione.

Gli autori e le autrici che attraverseranno “Reference #aggiorniamo l’immaginario” saranno introdotti da altrettanti critici cinematografici, docenti universitari, curatori indipendenti, artisti relazionali, cartoonist e visual makers.

Per ogni data, l’appuntamento comincia alle ore 19:00 con “CHIACCHIERE E DEGUSTAZIONI”: la Cantina QUATTRO CASALI di Copertino proporrà ad autori e pubblico una degustazione dei propri vini autoctoni, accompagnati da assaggi di prodotti tipici locali a cura del neonato laboratorio di cucina e marmellate IMPERO VERDE, sempre di Copertino. A seguire, l’incontro preliminare e, intorno alle 20.30 circa, l’inizio delle proiezioni. Subito dopo si aprirà il dibattito con il pubblico.

PROGRAMMA/OSPITI
 
Si comincia, quindi, il 6 ottobre con la presentazione della rivista di cultura cinematografica Moviement, edita da Gemma Lanzo Editore (Manduria), in programma durante la degustazione. “Moviement” analizza lo statuto estetico dell’immagine cinematografica nelle sue componenti materiali e si avvale del supporto di esperti di settore nazionali ed internazionali. Subito dopo, ci sarà l’incontro con Francesca Marciano, scrittrice di successo, autrice e sceneggiatrice di vari film di Salvatores, Verdone, Bertolucci. In quest’occasione l’attenzione sarà focalizzata su “Miele”, per cui la Marciano firma soggetto e sceneggiatura. Opera prima di Valeria Golino, il film tratta il complesso tema della pratica illegale della ”dolce morte”. A dialogare con la Marciano e il pubblico sarà Gemma Lanzo, giornalista, editore, e critico cinematografico del SNCCI.
 
Il 7 ottobre ci attende invece una selezione di lavori e opere cinematografiche di Carlo Michele Schirinzi, autarchico dell’immagine con cui si parlerà di sovversione dei linguaggi, rielaborando pratiche e poetiche audiovisive al limite della narrazione. Con lui ci sarà Gianluca Marinelli, storico dell’arte, curatore e artista relazionale, il quale ha selezionato dal vasto repertorio di Schirinzi una serie di 7 opere che, per l’occasione, assumono il titolo Voglia di trachea non di tramonti.
 
L’8 ottobre ospiti saranno Giovanni Piperno e Agostino Ferrente con “Le Cose Belle”. Il film racconta la fatica e la bellezza di crescere al Sud in una narrazione che attraversa tredici anni di vita di quattro persone. Autentico caso cinematografico dell’estate, apprezzato dalla critica e dal pubblico, il documentario si è aggiudicato tra gli altri anche il Grand Prix come Miglior Film alla settima edizione del Festival Internationale del Documentario – Faito Doc Festival. Dialogherà con i registi, Leonardo Gregorio, autore del saggio L’arte del sogno. Il gioco dell’enfant Gondry, compreso nel volume Michel Gondry. L’eterno dodicenne, a cura di Emanuele Protano (Edizioni Il Foglio, 2012), giornalista e critico cinematografico collabora con il Manifesto e riviste specializzate di settore come UZAK, Point Blank, Sentieri Selvaggi, CineCritica.
 
Il 9 ottobre sarà la volta di Virginia Mori con una serie di proiezioni di illustrazioni, disegni animati e corti d’animazione che, per l’occasione, sono raccolti sotto il titolo Bisbigli Nero Inchiostro. La sua arte, in penna bic e non a matita, si sviluppa attraverso diversi linguaggi, non ultimo quello delle pagine del libro ”Vento” con Virgilio Villoresi per i tipi della Whitstand. Converserà con la Mori Hermes Mangialardo, cartoonist, visual maker, 3D mapping expert.
 
Il 15 ottobre sarà dedicato, invece, al progetto “Space Metropoliz” di Fabrizio Boni e Giorgio De Finis, un esperimento sociale di riqualificazione e progettazione urbana partecipata, un film documentario, un corto di finzione, uno spazio temporaneo per l’arte. De Finis dialogherà con Davide Ricco, curatore indipendente e artista relazionale, per raccontare il percorso e lo sviluppo di un’ex fabbrica di salami alla periferia di Roma, che oggi ospita circa 200 persone di varie nazionalità ed anche il MAAM – il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz che pian piano sta trasformando l’ex salumificio in un oggetto d’arte collettiva.
 
Si chiude venerdì 17 ottobre, con Sebastiano Riso e Marco Spoletini, regista e montatore di “Più buio di mezzanotte”. Presentato a Cannes 2014, è un film sui confini fluidi, labili, ispirato all’adolescenza di Fuxia, regina trasgender del mitico Muccassassina di Roma, e racconta, in una Catania degli anni ’80, l’emancipazione e la formazione di un ragazzo ‘diverso’. Ha destato scalpore il fatto che la visione del film sia stata vietata ai minori di 14 anni. A dialogare e discutere con gli autori Mimmo Pesare, docente di Piscopedagogia dei linguaggi e coordinatore del centro ”Laboratorio Studi Lacaniani” del dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento.
 
Questa serata finale proseguirà, poi, dalle 22.30 circa con una Festa aperta a tutti. Protagoniste saranno le PLAYGIRLS from CARACAS, il cui progetto musicale-culturale e live show invaderà i Cineporti di Puglia/Lecce con sonorità e video-proiezioni ispirate alla video-arte e tematiche di genere.
 
“Reference #aggiorniamo l’immaginario” è un percorso ideato e organizzato da Lara Castrignanò per ASSAY. Con il sostegno di Apulia Film Commission, il patrocinio del Comune di Lecce, della Provincia di Lecce, e a sostegno della candidatura di Lecce2019.
 
In partenariato con: MOVIEMENT – pubblicazione di cultura cinematografica; Laboratorio Studi Lacaniani del Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento; SOUNDPUSHER; Associazione LEA - Liberamente e Apertamente; Spazio Cineforum – Cinit, Lecce; Cantina QUATTRO CASALI – Copertino; Laboratorio di Cucina e Marmellate IMPERO VERDE.
 
Media partner: SPAGINE – periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri, Lecce; POINTBLANK.IT – rivista web di critica cinematografica; URKA! Eventi e Luoghi del Salento -urkaonline.it
 
Per ulteriori info http://www.assaycult.com/
 
 
 

lunedì 14 luglio 2014

Moviement, partner della seconda edizione del Castellaneta Film Fest


 
Moviement, collana di Cultura Cinematografica edita da Gemma Lanzo Editore di Manduria è tra i partner del Castellaneta Film Fest - Il cinema dei corti. Il Festival, alla sua seconda edizione, avrà inizio il 29 Luglio nella splendida cornice di Palazzo Baronale a Castellaneta e si concluderà il 2 agosto con l’assegnazione dei premi. Protagonisti indiscussi i corti, intesi anche nelle forme del video clip musicale al quale è stato dedicato una sezione esclusiva, mentre il film di animazione sarà il protagonista di una serata fuori concorso. Il Festival  che si articolerà nell’arco di cinque giorni, promette anche la presenza di eventi interattivi tra cui workshop sul cinema ed arti affini. I nostri libri saranno disponibili presso lo stand del Festival. Siete tutti invitati!

Per maggiori info:
http://www.castellanetafilmfest.it
http://www.moviementmagazine.com
http://www.lanzoeditore.it

martedì 24 giugno 2014

OFFERTA SPECIALE MOVIEMENT


Sono rimaste poche copie di alcuni volumi della collana MOVIEMENT, per questo diamo ai nostri lettori l'ultima possibilità di acquistare la COLLANA COMPLETA (10 volumi) al prezzo di 100 Euro (compreso spedizioni e iva) anziché 121 Euro + spedizioni.

A chi fosse interessato chiediamo di scriverci all'indirizzo email info@lanzoeditore.it per ricevere le procedure per l'acquisto.

I titoli della collana MOVIEMENT:
N°1 David Lynch
N°2 Terrence Malick
N°3 Kira Muratova
N°4 Horror made in Italy
N°5 Quentin Tarantino
N°6 Jan Svankmajer
N°7 Coen Brothers
N°8 Speciale 3D
N°9 Amir Naderi
N°10 Martin Scorsese

Tutti i volumi si possono acquistare anche singolarmente, ma a prezzo intero, su www.moviementmagazine.com. Basta cliccare sulla copertina in home page e una volta nello Store scegliere il volume e cliccare in alto a destra su PayPal per procedere con l'acquisto.
 
L'offerta è valida fino ad esaurimento scorte e non oltre l'Estate 2014.

martedì 3 giugno 2014

MARTIN SCORSESE IN MOV(I)EMENT dal 3 al 6 giugno a Bari presso la Mediateca Regionale Pugliese


In occasione dell'ultima uscita editoriale della collana MOVIEMENT, dedicata a Martin Scorsese, la Mediateca organizza una retrospettiva che si conclude il 6 maggio alle ore 18:30 con la presenza dell'editrice Gemma Lanzo, di Guido Gentile per il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e della presidente di Apulia Film Commission, Antonella Gaeta. Alla presentazione seguirà la proiezione a scena aperta e con un piccolo ristoro del documentario concerto Shine a Light, dedicato ai Rolling Stones tra poco in Italia.
Undici pellicole in videoproiezione, molte delle quali rare o sconosciute al grande pubblico, per raccontare Martin Scorsese svelandone gli aspetti meno conosciuti. Si sono privilegiati nei matinée le opere di esordio e i titoli meno (ri)visti, mentre nei pomeriggi la sua lunga produzione di documentario sulla musica (Scorsese prima di esordire partecipò al film documentario su Woodstock). La sera della presentazione si propone invece il suo omaggio ad Elia Kazan. Di seguito il programma della rassegna: 

Martedì 3 giugno 2014 Scorsese e le sue origini nella Little Italy:
10:30 - MEAN STREET (1973) 110 min
13:00 - ITALIANAMERICAN (1974) 49 min
16:00 - L'ULTIMO VALZER (1973) concerto con Bob Dylan, Eric Clapton, Neil Young, Van Morrison e altri 117 min

Mercoledì 4 giugno 2014 Scorsese tra gangster e mafia
10:30 - QUEI BRAVI RAGAZZI (1990) drammatico 145 min
17:30 - AMERICA 1929 - STERMINATELI SENZA PIETA' (1972) drammatico 85 min
19:00 - DAL MALI AL MISSISSIPI (2003) documentario sulle origini del blues 80 min

Giovedì 5 giugno 2014 Scorsese tragico
10:30 - TORO SCATENATO (1980) drammatico 129 min
16:00 -- NO DIRECTION HOME (2005) documentario monumento a Bob Dylan 208 min

Venerdì 6 giugno 2014 Scorsese religioso
10:30 – L'ULTIMA TENTAZIONE DI CRISTO (1988) 163 min
17:30 - APPUNTI SU ELIA KAZAN (1973) documentario 60 3in
18:00 -  presentazione della monografia MOVIEMENT e proiezione di SHINE A LIGHT (2012) documentario/concerto dei Rolling Stones 122 min a scena aperta con buffet.

Siamo sicuri che dopo questa retrospettiva, non ne avrete abbastanza, per questo vi segnaliamo che per il prestito, oltre ai titoli in proiezione, il patrimonio della mediateca dedicato al grande regista non si ferma qui.
 

martedì 6 maggio 2014

MOVIEMENT N.10 - MARTIN SCORSESE uscirà la prossima settimana.

L’estensione degli interessi che hanno contraddistinto tutta l’attività di Scorsese nel mondo della “settima arte” è talmente vasta da far sembrare qua...si riduttivo l’attributo di regista-cinefilo. Pensiamo al ruolo importantissimo che riveste dal 1990 nell’ambito della Film Foundation, una istituzione creata appositamente per la salvaguardia e la conservazione delle pellicole cinematografiche; oppure alla sua attività didattica come conferenziere e storico del cinema. Nel rendere omaggio al regista si è cercato di restituire un quadro quanto più esaustivo della sua “autorialità”, attraverso i film più significativi che ne hanno forgiato l’immagine a livello internazionale, dalla ”New Hollywood” degli anni Sessanta e Settanta al cinema “blockbuster” degli ultimi decenni.

Ad aprire la sezione “Insight” troviamo Adrian Martin che ripercorre la carriera registica di Scorsese all’interno dell’industria cinematografica. A seguire un inedito accostamento tra il cinema di Scorsese e Nietzsche proposto da Jerold J. Abrams; Frank Bousquet affronta l’analisi di Gangs of New York; Massimo Causo focalizza l’attenzione sull’iperbole e il soggetto nella filmografia scorsesiana; Eusebio Ciccotti sintetizza il versante storico-didattico nel celebre e “personale” viaggio nel cinema americano.

In “Film Analysis” un intervento di David Bordwell su The Wolf of Wall Street.

A seguire un estratto della Jefferson Lecture tenuta da Martin Scorsese nel 2013 sul linguaggio del cinema (per la prima volta tradotta in italiano con il consenso diretto di Mr Scorsese) e la pubblicazione di alcune immagini tratte dal Catalogo della Mostra Internazionale su Martin Scorsese tenutasi a Berlino e Torino, curato da Nils Warnecke e Kristina Jaspers.

In “Conversazioni”, infine, un’intervista a Dante Ferretti, il grande scenografo italiano pluripremiato con l’Oscar.

A cura di Gemma Lanzo e Costanzo Antermite
Titolo: Martin Scorsese
Collana: Moviement
Formato: 21 x 29,7
Pagine: 144
Prezzo: 15 euro
ISBN: 978-88-97670-10-0


giovedì 1 maggio 2014

Il Cinema d’Europa in Puglia


di Gemma Lanzo

Si è aperto a Lecce il 28 aprile e si concluderà il 3 maggio, la 15° Edizione del Festival del Cinema Europeo diretto da Alberto La Monica e sotto la direzione artistica di Cristina Soldano. Ricca, anche in questa occasione, la lista dei film da vedere o rivedere e degli eventi da attendere. Alle proiezioni si affiancano mostre e tavole rotonde sulla settima arte che, come annunciato dallo slogan “Il cinema anima gli occhi”, promettono di coinvolgere e appassionare i partecipanti. L’entusiasmo non viene deluso dal film di apertura For those who can tell no more seguito da un incontro/dibattito con la stessa regista Jasmila Zbanic. Il film che evoca le atrocità della guerra in Bosnia attraverso la protagonista, una turista australiana in visita a Višegrad, dichiara apertamente la funzione del cinema come racconto e testimonianza, la necessità di ricordare attraverso la “macchina da presa” eventi non visti né vissuti ma sentiti e percepiti, in questo caso, attraverso la sensibilità della protagonista Kym (Kym Vercoe). Il cinema ha così il potere di rievocare la guerra senza mostrarla ed intercetta la volontà della regista nel fare a tutti i costi di esso uno strumento di denuncia sull’attuale situazione in Bosnia: “Siamo stati avvisati del fatto che fare un film come questo sarebbe stato molto pericoloso e che non eravamo al sicuro a Višegrad. Ma il film doveva essere girato a Višegrad e abbiamo deciso di correre il rischio”.

Entrando nel vivo della programmazione del Festival, i film in concorso per l’Ulivo D’Oro sono: Winter Journey di Sergei Taramaev e Liubov Lvova, Miracle di Juraj Lehotsky, Macondo di Sudabeh Mortezai, One of a Kind di Francois Dupeyron, Concrete Night di Pirjo Honkasalo, Bobo di Ines Oliveira, Letter to King di Hisham Zaman, Lifelong di Asli Ozge, Blind Dates di Levan Koguashvili, September di Penny Panayotopoulou.

Oltre all’Ulivo D’oro verrà assegnato anche il premio “Mario Verdone”, arrivato alla sua quinta edizione. A consegnare il premio saranno Carlo, Luca e Silvia Verdone che sceglieranno tra: Spaghetti Story di Ciro De Caro, Il sud è niente di Fabio Mollo e Zoran, il mio nipote è scemo di Matteo Oleotto. La giuria della famiglia Greco, Jacopo Chessa, Lia Furxhi e Alberto La Monica decreteranno invece il vincitore del premio “Emidio Greco”. I film in concorso sono: Zima di Cristina Picchi, C’est la vie di Simone Rovellini, America di Alessandro Stevanon, Nati per correre di Michele Vannucci. Saranno proiettati poi i film arrivati in finale per il premio LUX 2013, riconoscimento con il quale il Parlamento Europeo premia il cinema europeo: The selfish Giant di Clio Bernard (terzo posto), Miele di Valeria Golino (secondo posto), Alabama Monroe – una storia d’amore di Felix Giant (primo posto) che chiuderà il Festival (3 maggio, Multisala Massimo ore 20.00).

Ad accompagnare la Kermesse per tutta la sua durata, le retrospettive dedicate a Claudia Cardinale, Marco Bellocchio (Sergio Toffetti incontra Marco Bellocchio - 29 aprile, Multisala Massimo ore 21.00), Mario Bava e Danis Tanović (Piera Detassis incontra Danis Tanović - 1 maggio, Multisala Massimo ore 21.00). Di interesse poi le sezioni “Cinema e Realtà” e “Cinema e Industria” rispettivamente dedicate ai documentari e al cinema di impresa, “che ha prodotto migliaia di documenti filmati sui vari aspetti della vita aziendale”.

Non mancano le sezioni dedicate al cortometraggio, forma che sempre più attrae il pubblico, con la proiezione di cortometraggi e saggi di diploma degli allievi della Scuola Nazionale di Cinema, con “Puglia Show”, concorso di cortometraggi di giovani registi pugliesi, e “Short matters” rassegna di cortometraggi candidati all’”European Film Awards”.

Anche in questa edizione il Festival pone l’accento sulla situazione carceraria italiana dedicando uno spazio, in collaborazione con la Casa Circondariale di Lecce, a questo tema. Oltre all’incontro con la ex detenuta politica negli U.S.A. Silvia Baraldini saranno proiettati nell’ambito del Festival due film, il documentario Sbarre curato da Daniele Segre con gli allievi del secondo anno dei corsi di regia, sceneggiatura, montaggio e suono del Centro Sperimentale di Cinematografia e Nella casa di Borgo San Nicola di Caterina Gerardi.

Numerose, inoltre, le tavole rotonde tra cui “Film Literacy, Accessibility and Audience Development in Europe”, “Gli stati generali della commedia italiana”, “Viva il Primo Maggio”, “Palestinian Cinema Dreams of a Nation”. Tre gli appuntamenti con i registi palestinesi: Michel Khleifi -29 aprile, Multisala Massimo ore 18.00 (a cui seguirà un incontro sul tema “Immigrazione e Arte Sociale”); Mohammad Bakri – 1 maggio, Multisala Massimo ore 20.00; Sahera Dirbas -3 Maggio, Multisala Massimo ore 16.00. Interamente dedicata a Pier Paolo Pasolini la conferenza a cura di Roberto Pazzi “Lo sguardo diverso di Pasolini sul mondo” a cui seguirà la proiezione della versione restaurata del film Il vangelo secondo Matteo. Mercoledì 30 Aprile, la serata nella Sala 1 del Massimo è dedicata ad Arnoldo Foà e si chiuderà con la proiezione di Io sono il teatro. Arnoldo Foà raccontato da Foà di Cosimo Damiano Damato.

Fanno da cornice, per tutta la durata del Festival ed oltre, le Mostre dedicate a Claudia Cardinale, Pier Paolo Pasolini e Mario Bava.

Un carnet davvero ricco quello del Festival del Cinema Europeo che, continuando a camminare sulle solide basi su cui è nato 15 anni fa, svela cinematografie singolari e tipiche della nostra Europa mostrandone le diversità, e al contempo crea e rafforza quell’interesse verso la settima arte che contribuisce a rendere la Puglia un centro propulsore di Cultura Cinematografica.

lunedì 10 febbraio 2014

The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese

di Gemma Lanzo

Martin Scorsese, tra gli autori principali della New Hollywood degli anni Sessanta, ha attraversato cinque decadi di cinema, consacrando la sua vita alla settima arte. Oltre ad essere uno tra i cineasti più affermati ed apprezzati al mondo, è anche un profondo conoscitore della storia del cinema e questo si rispecchia nei suoi film, ricchi di citazioni cinefile, come anche nel suo lavoro di salvaguardia delle opere filmiche. Nel 1990, infatti, ha fondato la Film Foundation di cui è Presidente, che si occupa proprio di tutelare opere provenienti da tutto il mondo. Dal suo primo progetto What’s a Nice Girl Like you Doing in a Place like This?(1963), realizzato durante un seminario estivo della New York University, dove in seguito si è laureato proprio in cinema, fino a The Wolf of Wall Street (2014) si può decisamente affermare che Scorsese abbia sempre utilizzato la macchina cinema al suo meglio, sfruttando sempre in ogni suo film tutto ciò che la produzione era lì ad offrirgli. Dopo la precedente esperienza di Hugo Cabret, in cui sperimenta con la tecnologia digitale ed il 3D, Scorsese torna a girare in pellicola (il film è girato in parte anche in digitale) e richiama a sé il suo attore feticcio che dal 2002 ha raramente abbandonato, parliamo naturalmente di Leonardo Di Caprio, che proprio per questo film è candidato all’Oscar. Il film ha in realtà ricevuto ben 4 nominations (miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista per Di Caprio e miglior attore non protagonista per Jonah Hill), rimaniamo tutti in trepidante attesa di conoscere i nomi dei vincitori.
The Wolf of Wall Street è liberamente ispirato, attraverso la sua autobiografia, alla vita di Jordan Belfort, un giovane broker trasferitosi a New York per conquistare Wall Street. Il film, attraverso una incontrollata escalation di brama di successo e di potere, conduce tutti i protagonisti ad ambientarsi facilmente ad uno stato mentale dettato dall’esaltazione, dal superomismo, dalla vita vissuta al di là di ogni plausibile regola se non quella “sacra” della moltiplicazione del denaro e del suo consumo. Il diktat è quello che “il fine giustifica i mezzi”, anche quando essi non rispettano la legge, perché il denaro è come un dio, capace di renderti onnipotente, ed il fine di Belfort è quello di divenire onnipotente. Lo spettatore, mai giudicando né moralizzando, si lascia trasportare da questo stile o filosofia di vita, dall’ambiente di lavoro che sembra essere teatro di una perpetua ‘festa’, dalle numerosissime scene di sesso sfrenato, dall’uso di ogni tipo di droga e dalla dipendenza che tutto ciò inevitabilmente provoca. Il film prende spunto dalla storia di questo giovane broker desideroso di successo ma diventa ben presto un film sulla alterata percezione della realtà delle cose, sulla labilità della percezione e su come essa riesca a cambiare in continuazione. Ciò che è reale oggi, potrebbe non esserlo domani. È un punto di vista fuggevole quello di Jordan che vive una vita senza freni, mascherata da brevi momenti di apparente calma e normalità, e in cui naturalmente anche la percezione dei rapporti umani è alterata, come quando, ad esempio, il giovane si convince che la zietta inglese della moglie ci stia “provando con lui”. Ma è anche un film sulla volontà, espressione che caratterizza moltissimi personaggi scorsesiani, una forza di volontà quasi disumana o sovrumana che riesce, ad esempio, a fare rialzare il protagonista, anche se paralizzato dalla droga, fargli prendere un’altra droga a mo’ di antidoto per salvare la vita del suo migliore amico. La forza di volontà è unita all’intuizione, al genio, alla sregolatezza che hanno indotto il protagonista a trasformare uno dei momenti più negativi per la borsa americana, quel famoso lunedì nero, il crak dell’ottobre del 1987, nel suo “momento”. Scorsese è un maestro nella costruzione degli stati d’animo dei suoi personaggi e nella direzione degli attori, che in questo caso consegnano allo spettatore un ritratto costruito sull’eccesso, proprio per rimarcare la consuetudine dei loro comportamenti. La tensione filmica, dopo un brevissimo crollo verso la metà, si riprende grazie ad una struttura narrativa che riaccende l’interesse dello spettatore desideroso di conoscere le sorti del protagonista. Un film questo in cui la trama principale è riempita di sottotrame che servono proprio a rafforzare la caratterizzazione dei personaggi e a coinvolgere lo spettatore. Tra le varie scene, prendiamo ad esempio quella emblematica che apre il film in cui Matthew McConaughey “inizia” Belfort al mondo di Wall Street. In pochi minuti introduce Belfort, e lo spettatore, al mondo dell’alta finanza. Una scena esilarante che sintetizza alla perfezione, grazie anche all’interpretazione magistrale di McConaughey, tutto ciò che verrà espresso nel corso del film e che si conclude con un segno di “preparazione”, con la cosiddetta “humming scene”, che in realtà non è altro che un mantra di meditazione da sempre usato da McConaughey prima di andare in scena, ma che in questo contesto assume tutti i contorni di un inno alla battaglia. Dopo aver vissuto attraverso gli occhi del protagonista una vera e propria apologia al dollaro e all’eccesso, verso la fine, come per molti dei suoi film, Scorsese scombussola tutto ciò che è stato visto e udito e forza lo spettatore a pensare e ad approfondire. Attraverso una considerazione di Jordan, lascia trapelare che il prezzo più alto che il protagonista ha dovuto pagare nel corso di tutti quegli anni di sottomissione al denaro, è stato proprio quello di aver rinunciato alla libertà di non ‘doverne’ accumulare e di non essere ossessionato da esso.
Con questo film Scorsese ha voluto spiegare il suo punto di vista tragicamente ironico sulla crisi economica, non dovuta a fenomeni astratti ed effimeri, ad un “dio finanza” in collera, ma causata da folli uomini autoproclamatisi “dei” che, come spesso nella Storia, trascinano il popolo verso la distruzione e l’oblio.
 
(Articolo pubblicato su Casalnuovo. Il Giornale di Manduria il 07/02/2014)

mercoledì 22 gennaio 2014

Ardeshir Mohasses. The Rebellious Artist di Bahman Maghsoudlou

di Gemma Lanzo
 
USCITA: 2012 
REGIA: Bahman Maghsoudlou
SCENEGGIATURA: Bahman Maghsoudlou
STILL PHOTOGRAPHY: Reza Degati
MONTAGGIO: Ghasem Ebrahimian, Tiffany Peckosh
PRODUZIONE: IFVC
DISTRIBUZIONE: Pathfinder Home Entertainment 
PAESE: USA 
DURATA: 92 minuti 
 
Ardeshir Mohasses. The Rebellious Artist è un film documentario sul vignettista iraniano di fama internazionale, diretto da Bahman Maghsoudlou presidente del International Film and Video Center di New York e regista di Kia-Rostami: A Report. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo inoltre “Grass: Untold Stories” e “Iranian Cinema”. Grande merito del film è di rendere note le opere di questo artista nei suoi diversi periodi creativi, attraverso un dettagliato lavoro di recupero dei suoi disegni. La regia è molto lineare ed alterna alle immagini statiche dei lavori di Mohasses, interviste ad amici e studiosi effettuate anche durante l’inaugurazione della Mostra a lui dedicata “Ardeshir Mohasses Art and Satire in Iran”, tenutasi presso l’Asia Society Museum di New York dal 23 Maggio al 3 agosto 2008. Da queste interviste e dichiarazioni emergono gli aspetti più importanti dell’arte e della personalità di Mohasses: la sua mente era a metà tra felicità e tristezza e la sua satira nasceva dal superamento del dramma. Tra gli autorevoli interventi ci sono quelli del suo insegnante, Mohammad Ali Dowlatshahi, del suo compagno di Università della facoltà di legge. Un importante lavoro di ricerca è stato inoltre effettuato sui suoi rapporti epistolari con l’Iran da quando, con la rivoluzione Islamica, si trasferì a New York. Da queste lettere emergono informazioni dettagliate sulle persone di sua conoscenza e contengono inoltre numerosi bozzetti. Un film didattico in cui l’uso della musica e delle immagini è suggestivo ed evocativo, disponibile solo in inglese.Il film si apre raccontando l’infanzia ed il rapporto con la madre, una poetessa e una donna progressista. Mohasses, già a 13 anni, disegnava vignette e di lì a poco cominciò a pubblicarle su “Towfiq Magazine”, da questo momento Mohasses non smette più di dedicarsi alla sua arte, il suo spirito creativo continua a definirsi, comincia a lavorare per “Shamlou”, per il quale realizzerà vignette senza testo perché già da sole riuscivano a commentare la condizione sociale. Mohasses faceva parte della generazione che negli anni ’60 in Iran, fu fonte di modernità culturale e rinnovamento; lanciò un grido per l’innovazione, portando avanti la tradizione dei vignettisti iraniani e continuando la tradizione secolare della cultura iraniana. Con le parole di uno degli intervistati: “La purezza, l’onestà e la saggezza dell’Iran”. Nel 1972 quando intraprende un’esperienza lavorativa di sei mesi per “Jeune Afrique” in Francia, vediamo apparire i primi colori. Ispirandosi al Qajar iraniano, i suoi lavori si definiscono nettamente come iraniani; continua inoltre a pubblicare a livello internazionale anche negli Stati Uniti ed in Giappone. Poi con l’era della censura sotto il regime Pahvali, le sue diventano immagini di satira seria, la sua arte rientra in quella dei “Bitter- Graphists” quali Topor, Searle, e Scarfe. Con la rivoluzione islamica Mohasses si trasferisce a New York dove dal 1973 al 2008, data della sua scomparsa, lavora come vignettista per il “New York Times”, attività ampiamente riportata nel film grazie alle numerose riprese delle pagine originali del quotidiano americano. Nonostante la sua lontananza dall’Iran, ha continuato a mantenere un rapporto costante con la sua terra, anche tramite l’informazione sulla politica ed i libri. Il film ha il pregio di disegnare l’arte e la personalità di Mohasses. Inoltre la conoscenza personale tra Bahman Maghsoudlou e Mohasses ha permesso non solo di far emergere l’essenza e lo spirito dell’artista e la sua personalità, come si evince ad un certo punto del film: “il modo in cui vede il cuore delle persone”, ma anche di mostrare immagini di Mohasses al lavoro nel suo studio di New York, e solo al lavoro. Le riprese di Mohasses infatti non lo vedono mai parlare. Solo in una occasione udiamo la sua voce, una conversazione telefonica con Mr. Rahmani sulla propria madre. Mohasses era una persona introversa e taciturna e il suo unico interesse era quello di creare. A rafforzare questo concetto c’è il racconto dell’amico su come abbia disegnato, quando era in ospedale impossibilitato ad usare la mano destra, più di cento bozzetti.Il film si conclude con una inquadratura della sua lapide ed una citazione che recita: “L’arte non ha mai cambiato niente. L’unica cosa che si può dire è che gli artisti in ogni periodo della Storia lasciano una traccia cosicché la gente, nel futuro saprà del tempo passato”. Ardeshir Mohasses (1938-2008).
 
(Articolo pubblicato su Casalnuovo. Il Giornale di Manduria in data 22/01/2014)

martedì 21 gennaio 2014

Journal of Italian Cinema & Media Studies (JICMS), Volume 2, Number 1, March 2014

This special issue, the first in a volume that examines the historical and artistic influence of Italian cinema on Asian cinema, features six ...articles that examine the intersections between Italian and Chinese cinemas.
In this issue, Elena Pollacchi explores the influence of Italian neorealist tradition on contemporary Chinese film directors, while Thomas Chen aims to stimulate discussion on the role of dubbed films as translations, focusing on the Italian film Bicycle Thieves. In his article, Chen examines the practice of dubbing, the reception of dubbed films in the PRC, and the work of censorship in selecting foreign films for import.

Xin Liu documents the Chinese reception of Italian director Michelangelo Antonioni's documentary Chung Kuo/China (1972). Although Antonioni was invited to make the film by the Chinese government, the film was banned in 1974, and was not shown again in China until 2004. Stefano Bona also examines Chung Kuo, comparing the representation of China in the film to that in Gianni Amelio's La stella che non c'è/The Missing Star, made 30 years later.

Finally, representations of 'Chineseness' and 'Asianness' are examined by Eddie Bertozzi in his article that explores Chinese identity in Shun Li and the Poet and The Arrival of Wang, while Ivo Ritzer looks at representations of 'Asianness' in the Italian Western. 

To view the full contents, abstracts and articles, please click here: http://www.ingentaconnect.com/content/intellect/jicms/2014/00000002/00000001

Journal’s URL:
http://www.intellectbooks.co.uk/journals../view-Journal,id=215/


Journal of Italian Cinema
pp. 155-157(3)
Authors: Antermite, Costanzo; Lanzo, Gemma

lunedì 20 gennaio 2014

La grande bellezza di Paolo Sorrentino

Articolo scritto da Gemma Lanzo per la rubrica "Cinema al cinema" di Casalnuovo. Il Giornale di Manduria. Pubblicato in data 02/06/2013

 
USCITA CINEMA: Martedì 21 maggio 2013
REGIA: Paolo Sorrentino
SCENEGGIATURA: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
CAST: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Isabella Ferrari, Giorgio Pasotti, Luca Marinelli, Carlo Buccirosso, Giorgia Ferrero, Pamela Villoresi, Iaia Forte, Galatea Ranzi, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola, Roberto Herlitzka
FOTOGRAFIA: Luca Bigazzi
MONTAGGIO: Cristiano Travaglioli  
SCENOGRAFIA: Stefania Cella
COSTUMI: Daniela Ciancio
MUSICHE: Lele Marchitelli
PRODUZIONE: Indigo Film, Medusa Film, Babe Film, Pathé, France 2 Cinéma
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
PAESE: Italia, Francia
DURATA: 142 minuti
 
La grande bellezza, presentato in concorso al Festival di Cannes nel maggio scorso, è l’ultimo film del regista partenopeo Paolo Sorrentino. Dopo l’eccezionale successo ottenuto con This Must Be The Place (2011) ambientato negli Stati Uniti, Sorrentino ritorna a girare in Italia e a scegliere Tony Servillo per il ruolo da protagonista. Servillo ha infatti accompagnato Sorrentino attraverso quasi tutta la sua carriera cinematografica, dal lungometraggio d’esordio L’uomo in più (2001) a Le conseguenze dell’amore (2004) e Il Divo (2008). In La grande bellezza interpreta alla perfezione un giornalista napoletano (Jep Gambardella) trapiantato nella capitale e rimasto “intrappolato” in quella che è la vita dei salotti romani a base di feste notturne, fiumi di parole, vacuità e solitudine. Da scrittore esordiente di successo è diventato, con il passar del tempo, indolente e pigro ed il suo unico interesse sembra essere rimasto quello di prendere parte agli innumerevoli eventi mondani che la città propone. Attraverso il film però notiamo, in fondo, un suo attaccamento a quella sensibilità rimastagli per la bellezza e la delicatezza che possedeva da ragazzo. Jep, all’inizio del film dice lentamente, con voce fiacca e lunghe pause: “A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: la fessa. Io, invece, rispondevo: l’odore delle case dei vecchi. La domanda era: Che cosa ti piace di più veramente nella vita? Ero destinato alla sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep Gambardella”.
 
Lo spettatore vede e percepisce Roma attraverso gli occhi di Jep. È una Roma che alterna profondi silenzi ed immagini di indiscussa bellezza classica ai caotici frastuoni della contemporaneità postmoderna e alla “nuova bellezza” che si può scorgere qua e là nei volti deformati dalla chirurgia plastica. Il film mette in contrasto il passato e il presente, le sensazioni di immensa quiete in cui sprofondiamo quando siamo in prossimità di chiese e monasteri, o quando vediamo i palazzi e le statue che evocano - a testimonianza del passato - una immobilità inesorabile, e la velocità, il rumore ed il movimento, nelle scene dei balli sfrenati, dei trenini, dello stato di alterazione in cui vivono i protagonisti.
 
Sorrentino, che anche per questo film ha scritto il soggetto originale ed è co-autore della sceneggiatura, ama dipingere i diversi personaggi attraverso mille sfaccettature, contraddistinguendoli con segni diretti che non solo identificano sé stessi, ma anche la società in cui vivono. In una recente intervista ha affermato: “Il personaggio di Toni, Jep, corrisponde a una tipologia di napoletano che sia io che lui conosciamo molto bene: meravigliose figure in via d’estinzione per motivi anagrafici, che sanno conciliare in modo amabile la passione per il superficiale e il profondo, senza essere snob. Jep può frequentare indifferentemente la starlette televisiva, ma nella conversazione lasciar cadere di aver frequentato Moravia” (www.bestmovie.it). Oltre al protagonista Jep, con il suo accento napoletano, il suo modo lento di parlare, il suo sguardo sempre fiero ma allo stesso tempo annichilito, ci sono: Romano (Carlo Verdone),  il perenne sognatore che non ha ancora aperto gli occhi e non si è reso conto che il successo così tanto cercato non è mai arrivato, Ramona (Sabrina Ferilli), che arrivata a quarant’anni continua a fare lo strip-tease mostrando di avere le sue buone ragioni, il conte e la contessa Colonna (Franco Graziosi e Sonia Gessner) costretti per bisogno a spacciarsi per altri nobili, Lorena, la soubrette decaduta, (Serena Grandi), Stefania, la giornalista che si prende troppo sul serio (Galatea Ranzi) ed ancora Viola, la madre disperata ed assente anche a sé stessa (Pamela Villoresi).
 
Il regista attraversa Roma in lungo e in largo e fa della città la co-protagonista del film. La capacità di Sorrentino di cogliere le sue bellezze è indiscussa, complice l’utilizzo di una macchina da presa originale che si sofferma su scorci particolari catturandone la vera identità. Insieme all’uso del montaggio, che mette in risalto i contrasti esaltandone l’incanto, una attenzione particolare va rivolta all’utilizzo della musica; anche qui il regista sceglie il contrasto, ma alla fine del film ciò che riecheggia sono i canti gregoriani.

Moviement n°10 - Martin Scorsese ... COMING SOON